OSTINATO
Toscana, la modernità del ‘900
di Mario Gamba per il manifesto – Alias, 15 giugno 2019

Chi l’avrebbe detto che in Toscana si sarebbe formato un movimento musicale di grande rilievo nella modernità e contemporaneità? Non tanti, a parte uno studioso e specialista come Renzo Cresti. E a parte una pianista che proprio a questo movimento ha dedicato il primo di una serie di cd in cui interpreta con rara squisitezza alcune composizioni degli autori che resero possibile quella ondata di suoni specialissimi, assai originali. Si sta parlando di un passato abbastanza lontano, non di una nuova corrente. Ma quegli anni del secondo ‘900 li sentiamo molto vicini grazie all’acume e alla sensibilità degli autori in campo. La pianista è Ilaria Baldaccini e ha avviato un’operazione culturale da esaltare. Vienna, Berlino, New York, naturalmente Darmstadt: le capitali della nuova musica del ‘900 e oltre. Eppure in una parte d’Italia che forse si è troppo a lungo trascurata dal punto di vista delle innovazioni musicali è successo che opere vivissime, curiose, vedessero la luce e meritassero – finalmente – di venire valorizzate. I nomi dei compositori che si trovano in questo cd («Intorno a Firenze nel secondo ‘900», Ema Records) sono Giuseppe Bonamici, Carlo Prosperi, Gaetano Giani Luporini, Pier Luigi Zangelmi. Prosperi (1921 – 1990) è il «patriarca», il maestro di scuola che sembra più legato alla tradizione e invece manda segnali di apertura e di spregiudicatezza in un lavoro sulla carta didattico come «Intervalli» dove l’interesse per il puntillismo è molto forte. Il puntillismo che adottato da Webern ha suggerito le più importanti rivoluzioni musicali contemporanee, segnate dalla continua ricerca dell’autonomia dei suoni. Bonamici (1936 – 1978) è tra gli allievi di Prosperi. Geniale. In questa raccolta, nella quale un carattere unificante è il vagheggiamento (il culto segreto) delle avanguardie mondiali insieme a una scorrevolezza melodico – armonica che ci arriva come «nuova», Bonamici è la punta avanzata con «Tre movimenti» e «Quando il vento racconta sulle antiche pietre». Incisivo e lirico. Giani Luporini, nato nel 1936, è l’unico ancora vivo. È il più famoso. Certo per le musiche di scena scritte per Carmelo Bene, grandi musiche, ma vale la pena conoscere il suo spiritualismo in raffinate composizioni come «Nove Mantram». Zangelmi è quello che con «Blu 4» cerca le risonanze più intime e lo fa lungo la strada dei silenzi. E Baldaccini? Suona tutte queste musiche come se fossero sue. Niente di meglio per un’interprete.